“Valutare con l’Ufficio scolastico regionale la predisposizione di una campagna di sensibilizzazione sul valore sociale e culturale che ha la conoscenza della classicità e della lingua latina”, coinvolgendo per questo “le associazioni culturali e tutti i soggetti che possano apportare un contributo in termini operativi e di conoscenze”. E “verificare la possibilità, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, di proporre ai dirigenti delle scuola secondaria di primo grado di introdurre il latino quale insegnamento extra-curricolare facoltativo”.
L’insegnamento della lingua latina nella scuola secondaria di secondo grado, abbiamo sottolineato nell’atto, “è sempre meno centrale, oggi l’insegnamento si è contratto e, in molti casi, è completamente scomparso”. Si tratta di una scelta che “depaupera profondamente il patrimonio culturale dei singoli e dell’intera collettività in nome di una errata declinazione del concetto di scuola delle competenze, esclusivamente concentrata sull’apprendimento del saper fare, spesso a detrimento della trasmissione delle competenze di base e della stessa maturazione psicologica, emotiva sociale e relazionale dei ragazzi”.
Per questi motivi,“l’apprendimento del latino non può essere considerato estraneo al formarsi di una cultura anche scientifica e tecnica”.