SALUTE. RISOLUZIONE PER LIMITARE L’USO DEL GLISOFATO IN AGRICOLTURA

Introdotto nel mercato negli anni Settanta, il glifosato è uno dei prodotti più utilizzati in ambito agricolo per il controllo dei vegetali infestanti ed è usato anche nel verde urbano e residenziale. “Si caratterizza per una bassa penetrazione del terreno e per un facile degrado da parte dei batteri presenti nel suolo, qualificandolo come un prodotto con una limitata probabilità di raggiungere le falde acquifere. La bassa penetrabilità del glifosato consente anche di ridurre il ricorso ad arature profonde dei terreni, limitando il consumo e la degradazione dei suoli”. È quanto abbiamo scritto  in premessa al testo di una risoluzione che abbiamo depositato.

Nel 2001 è scaduto il brevetto di produzione, consentendo la libera produzione del prodotto. Si sono succeduti diversi studi relativi agli effetti del glifosato, sotto il profilo ambientale e sanitario. La comunità scientifica internazionale ha prodotto una corposa letteratura, e “non ha individuato alcuna robusta correlazione tra glifosato e carcinoma umano”. Ma nel 2015 l’Agenzia Internazionale per la ricerca contro il cancro (IARC) dell’OMS ha concluso una valutazione sul glifosato, “inserendolo nella lista 2A, contenente gli agenti probabilmente cancerogeni, tra cui figurano anche la carne rossa, il mate argentino e i lavori che alternano il ciclo naturale del sonno”.

Nel febbraio 2016, la Food & Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha annunciato l’avvio del suo primo studio sui residui di glifosato in determinate categorie di alimenti, quali uova, latte, mais e soia. Questo studio avviene secondo una nuova metodologia di valutazione delle sostanze chimiche. A loro volta, alcuni Paesi Europei (tra cui Francia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi), stanno vagliando e implementando provvedimenti che limitano il contatto diretto da parte delle persone con prodotti contenenti glifosato e coformulanti e impongono procedure per la vendita e l’utilizzo informato. Anche l’Italia rientra nella schiera dei Paesi impegnati nella limitazione al ricorso dei prodotti contenenti glifosato e coformulanti, con la predisposizione, da parte del Governo italiano, del piano nazionale “Glifosato zero”, che comprende il monitoraggio dei residui di glifosato su tutto il territorio nazionale, l’eliminazione dai disciplinari di produzione integrata e l’introduzione di limitazioni all’uso negli altri ambiti.

Abbiamo pertanto chiesto alla Giunta una serie di impegni: innanzitutto, quello di monitorare le risultanze degli studi condotti sui formulati a base di glifosato; poi, di potenziare le azioni di sostegno alla riduzione del ricorso a erbicidi sul territorio regionale, nell’ambito del progetto “Glifosato zero” promosso dal Governo, e di rafforzare gli strumenti per un utilizzo informato dei diserbanti. Infine, la risoluzione pone l’esigenza di potenziare il sostegno alla ricerca mirata alla produzione di sostanze e procedure per la riduzione di infestanti, rispettose dell’ambiente e della salute, e di sostenere lo sviluppo della metodica relativa al monitoraggio sul glifosato nelle acque, avviata nel laboratorio Arpae di Ferrara, con una rapida estensione di questa metodologia su tutto il territorio regionale.

 

Oggetto 2487 – Risoluzione per impegnare la Giunta a potenziare le azioni di sostegno alla riduzione del ricorso a erbicidi sul territorio regionale, anche nell’ambito del progetto “Glifosato zero” promosso dal Governo, sostenere l’utilizzo informato dei diserbanti e la ricerca di sostanze e procedure rispettose dell’ambiente, monitorando inoltre la presenza del glifosato nelle acque. (08 04 16) A firma dei Consiglieri: Serri, Pruccoli, Poli, Bagnari, Molinari, Calvano, Mumolo, Cardinali, Prodi, Rontini, Tarasconi, Lori, Caliandro, Marchetti Francesca, Sabattini, Zoffoli, Paruolo, Iotti, Boschini, Montalti, Ravaioli

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