La risoluzione allegata impegna la Giunta a chiedere al Governo italiano – e in particolare al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e al Ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare – di intervenire in sede comunitaria “per inserire lo storno tra le specie cacciabili” e di “convocare urgentemente un incontro con le Regioni italiane, con Ispra e con le componenti interessate, per la definizione di indirizzi univoci nazionali per la gestione della caccia in deroga allo Storno”.
Nel documento si impegna inoltre la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 ”Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”, anche a seguito alla presentazione del progetto di legge recante ”Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”, “chesarà approvato entro fine luglio”, e in quella sede a discutere “il ripensamento degli Atc (relativamente alla loro composizione, agli ambiti di intervento), nel rispetto delle specificità territoriali e delle problematiche legate alle diverse realtà che li compongono (mondo venatorio, agricolo e ambientale)”.
“La rilevante presenza dello Storno comune (Sturnus vulgaris)- viene sottolineato nella risoluzione-continua a provocare consistenti danni alle colture agricole, puntualmente rilevati ogni anno dalle Province d’intesa con le Associazioni regionali degli agricoltori”. L’entità dei suddetti danni “è tale da determinare importanti situazioni di sofferenza a carico delle colture agricole specializzate (in particolare l’ortofrutticolo, già interessato da una grave crisi di mercato), assai diffuse sul territorio regionale, e degli allevamenti ittici”.