I market di ogni marchio quotidianamente producono e gettano significativi scarti di alimenti ancora commestibili, spesso solo perché non sono più esteticamente attraenti. Frutta e verdura in confezione vengono eliminate un giorno prima della scadenza per garantire al cliente l’assoluta freschezza del prodotto, mentre il prodotto sfuso subisce la stessa sorte appena sorge la minima imperfezione. I latticini, almeno tre giorni prima della scadenza, subiscono un taglio del prezzo allo scopo di eliminarne totalmente le giacenze prima di essere gettati. È quanto abbiamo scritto in una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa per chiedere alla Giunta di avviare gli opportuni studi di fattibilità per intavolare adeguati progetti di ridestinazione e ricollocazione di queste merci commestibili ma scartate, coinvolgendo adeguatamente, già in fase di programmazione le realtà imprenditoriali coinvolte ed eventualmente prevedendo incentivi o sgravi fiscali per le stesse.
Abbiamo inoltre chiesto di predisporre, col coinvolgimento del “Tavolo regionale permanente per l’economia solidale” di cui alla legge regionale n. 19 del 2014, “un piano di azioni da intraprendere per limitare lo spreco alimentare e avviare un percorso di transizione verso modelli economici socialmente e naturalmente sostenibili”.