Approvata all’unanimità la legge che riforma il sistema di polizia locale e che si pone come obiettivi più controllo nei contesti a rischio come scuole, mercati, parchi pubblici; contatti con gruppi spontanei di cittadini attivi nel proprio quartiere; concorsi a livello regionale.
L’Assemblea Legislativa, nella seduta dello scorso 25 luglio ha approvato la legge che riforma il sistema di polizia locale e che definisce le linee di sviluppo di qui ai prossimi vent’anni, mettendo a frutto l’esperienza fatta a seguito della legge 24/03, che ha ridisegnato compiti, ruoli e professionalità di chi vi opera”.
Concorso unico regionale, istituzione dello street tutor e definizione chiara del ruolo che svolgerà la Polizia locale sono i tre pilastri su cui si poggia la nuova legge. Basato sulle esigenze degli enti locali, il concorso unico regionale per l’accesso alla Polizia locale ha il dichiarato scopo di aumentare la professionalità all’interno del corpo e si comporrà di una prima parte di selezione e di una seconda parte, di circa due mesi, in cui i vincitori parteciperanno a un percorso strutturato di formazione. Lo street tutor sarà invece una nuova figura professionale, simile a quella dei buttafuori, che al contrario di questi potrà operare anche sul suolo pubblico. Dovranno avere un’autorizzazione da parte del Comune e dovranno essere registrati all’interno di un albo. Scompaiono tutte le vecchie definizioni: polizia municipale, provinciale, metropolitana. Con la legge quindi la Polizia locale viene riconosciuta come una Polizia di comunità.
A queste tre novità si aggiungono anche quelle della possibilità di dotazione di strumenti per l’autotutela (come spray urticante e manganello), della semplificazione e la sburocratizzazione negli ambiti emergenziali (in pratica per permettere l’intervento di agenti di Polizia locale in situazioni d’emergenza al di fuori del proprio territorio), del sostegno regionale a progetti d’innovazione delle procedure, delle modalità operative e della strumentazione, della possibilità di stipulare accordi con organi dello Stato (ad esempio i tribunali) e infine dell’istituzione di un Fondo per la difesa penale degli agenti.
Un altro importante obiettivo è quello di disciplinare l’utilizzo del volontariato per lo svolgimento di attività compatibili e finalizzate alla rassicurazione, alla diffusione di informazioni corrette ed autentiche, all’aumento della presenza istituzionale su contesti urbani, e non, considerati “a rischio” come spiagge, parchi pubblici, scuole, mercati. Per questo motivo si è inteso dare nuova linfa alla figura del “Referente per la sicurezza” assegnandogli funzioni di “Street tutor” specialmente nei contesti urbani della movida, funzioni cioè di prevenzione e regolamentazione dei conflitti sullo spazio pubblico, in un’ottica di stretta collaborazione e condivisione delle responsabilità tra gestori dei locali pubblici e amministrazioni locali.