Mobilità, l’Emilia-Romagna sceglie le due ruote: approvata all’unanimità la prima legge regionale sulla ciclabilità

ciclabilita Nella seduta dell’Assemblea dello scorso 31 maggio abbiamo approvato  all’unanimità la prima legge regionale sulla ciclabilità, frutto di un lavoro  condiviso e partito oltre due anni fa con il protocollo firmato con tutte le  associazioni ciclistiche e ambientaliste (dalla Fiab al Wwf, a Legambiente e  UISP) con i quali nei mesi successivi abbiamo collaborato per la redazione  di legge.

Questi gli obiettivi della legge: raddoppio della percentuale di spostamenti in  bici e a piedi sul territorio; dimezzamento entro il 2020 delle vittime su  strada, come indicato dall’Unione europea; nuovi collegamenti tra le piste  esistenti, una maggiore integrazione treno-bici e più servizi per i ciclisti,  dalla riparazione alla vigilanza. E per ogni nuova strada realizzata, una  nuova pista ciclabile, anche non adiacente (come invece prevedeva la  vecchia normativa). Il nuovo testo prevede, inoltre, che gli enti e i soggetti    inadempienti sulle misure per la ciclabilità non potranno beneficiare di  contributi regionali.

Saranno complessivamente 25 i milioni di euro destinati alla mobilità ciclistica entro la fine della legislatura. La Giunta regionale investirà da subito i 10 milioni di euro (dal Fondo europeo di sviluppo e coesione) per realizzare un bando rivolto a Enti locali, agenzie per la mobilità e società di gestione nel campo dei trasporti per promuovere progetti per la mobilità ciclabile. A questi si aggiungono 8 milioni dal Por Fser per i progetti dei Comuni con più di 50mila abitanti (Carpi, Cesena, Faenza, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini) e la Città metropolitana di Bologna; 1,3 milioni assegnati all’Emilia-Romagna dal riparto nazionale del Piano per la progettazione di itinerari e piste ciclopedonali e 5 milioni, dalla legge sulla Green economy, per la realizzazione del tratto della Ciclovia del Sole che attraverserà otto Comuni fra Bologna e Modena (Mirandola, San Felice sul Panaro, Camposanto, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese, Anzola dell’Emilia, Sala Bolognese), lungo il tracciato ferroviario dismesso della Bologna-Verona.

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